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domenica 23 settembre 2018

Rocco Casalino, la macchina del fango e... l'idropulitrice di Byoblu

Il fuorionda pubblicato da HuffPost di Rocco Casalino non solo non scandalizza ma corrobora la sensazione, molto diffusa tra la gente, che finalmente, cacciati gli oligarchi (ovvero farisei e mercanti dal tempio), si possa iniziare una stagione di riforme in campo economico che restituisca ai cittadini il diritto di tornare al centro dell'attenzione delle Istituzioni e di non sentirsi più, come purtroppo è sempre accaduto finora, l'ultima ruota del carro, semplicemente un limone da spremere, il cui succo a null'altro deve servire che a consolidare la rendita di potere della nomenklatura: di destra o di sinistra che sia, non fa differenza.
Sentire parole autentiche, ancor di più in quanto carpite da una conversazione privata, non può che giovare allo spirito e rinvigorire le speranze di un vero cambiamento, malgrado i vecchi poteri si giochino adesso tutte la carte ancora in loro possesso per ostacolare questo processo e mettersi di traverso.
Ma in questa partita costoro non possono più spendere sul tavolo di gioco la carta più importante: quella della democrazia, formidabile asso pigliatutto. 
Perché i cittadini gli hanno voltato le spalle. Anche grazie all'informazione che fa pulizia di Byoblu!

mercoledì 15 agosto 2018

Il ponte Morandi: l'11 settembre del sogno europeo

Adesso che il ponte Morandi è venuto giù portandosi dietro la vita di decine di vittime innocenti, alle famiglie delle quali va tutta la nostra vicinanza, è partito un vergognoso scaricabarile da parte del mainstream che tende a minimizzare le responsabilità politiche per quanto accaduto sostenendo che, eventualmente, la responsabilità della cattiva manutenzione ricade sulla società Austrade per l'Italia del gruppo Benetton. 
Ma costoro hanno volutamente la memoria corta: perché la società Autostrade era di proprietà statale, dell'Iri, ed è stata prima quotata in Borsa nel 1987 per poi essere privatizzata nel 1999 dal governo D'Alema, con il regalo dell'allungamento della durata delle concessioni autostradali da 30 a 50 anni (governo Berlusconi). 
Risultato: scarsa manutenzione e utili spropositati per il gruppo (ora con gli spagnoli di Abertis si chiama Atlantia). In 6 anni la famiglia Benetton ha quadruplicato l'investimento iniziale. 
La responsabilità di quanto accaduto ieri è di un'intera classe politica, di centrodestra e di centrosinistra, che hanno cavalcato a partire dagli anni '80-'90 il mito delle privatizzazioni selvagge, sostenendo che per salvaguardare gli equilibri di bilancio pubblico imposti dall'UE (parametri di Maastricht), si dovesse fare cassa. 
Così è avvenuta, con il plauso generale di PD e FI, la più colossale svendita ai privati dei principali servizi e delle infrastrutture pubbliche italiane, che il Paese aveva messo su con decenni di sudore e sacrifici, a partire dal secondo dopoguerra. 
Chi non ricorda i famigerati "capitani coraggiosi" partiti all'assalto della Telecom? 
Ancora oggi costoro, nonostante la clamorosa sconfitta del 4 marzo, insistono nel perorare una dissennata politica delle privatizzazioni, facendo credere che la gestione privatistica sia più efficiente e migliore qualitativamente per il Paese. 
Il degrado attuale dei servizi telefonici, elettrici, ferroviari, autostradali, di tutte le infrastrutture che fanno quotidianamente il Paese reale, sta a lì a smentirli, in modo clamoroso e definitivo. 
Pagheranno mai costoro per il tradimento ordito ai danni dei cittadini e che ha trovato ieri solo l'ennesima, tragica, manifestazione? Ieri si è consumato, nell'incredulità sgomenta di un'opinione pubblica disinformata (richiamando le parole del videoblogger Claudio Messora), l'11 settembre del 'sogno europeo'.