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domenica 8 giugno 2008

Governo ombra... o opposizione solare?

Sono trascorsi circa due mesi dalla catastrofe elettorale del centrosinistra ma ancora nessuno nello staff dirigente del PD ha incominciato a fare in pubblico un approfondito esame di coscienza.
La cosa è talmente sconcertante che un minimo di riflessione sopra andrebbe fatta.
Anche perché tra gli elettori di centrosinistra sta serpeggiando la sensazione che forse per il gruppo dirigente del PD tutto stia procedendo a gonfie vele cioè secondo i piani stabiliti.
Quali? Non ci è dato sapere, non sappiamo neppure se esistano davvero: forse, il dubbio si insinua a causa delle solite malelingue.
Ma quand’anche fosse stato alimentato ad arte da qualcuno, il fatto che carsicamente riemerga d’improvviso in ogni discussione da bar (purtroppo gli unici luoghi di vera discussione politica rimasti) la dice lunga sull’assoluta impreparazione degli uomini di Walterloo a gestire sia pure la Sconfitta.
A lanciare un sasso nello stagno ci ha dovuto pensare un professore, uomo del Professore: sì, avete capito bene, il prodiano Arturo Parisi.
Di certo a lui non va proprio giù il modo in cui Veltroni sta affrontando la situazione; ecco cosa afferma nell’intervista di Claudio Tito su la Repubblica di ieri:
"E’ stata una sconfitta storica. Se ne deve prendere atto. Eppure, a distanza di due mesi questa constatazione non ha ancora trovato un luogo per essere riconosciuta".
Successivamente parla di sconfitta politica, non di una semplice sconfitta elettorale. Poi aggiunge:
"I numeri parlano da soli. La sinistra radicale è scomparsa. Ma il centro, quello che amava proporsi come la sinistra moderata, non è riuscito a proporsi come un punto di riferimento per consensi nuovi. è questa la causa del risultato modesto del PD. Se siamo riusciti a tenere, è solo perchè gli apporti da sinistra hanno compensato quelli persi al centro o verso l' astensione. Esattamente l' opposto di quello ci si proponeva".
E prosegue: "Penso a Bettini e al suo "diritto alla rivincita". La preoccupazione che il riconoscimento della sconfitta chiami in causa le corrispondenti responsabilità soggettive sembra impedirci di analizzare anche la situazione oggettiva nella quale ci siamo cacciati. La paura che si ripeta quel che è successo nel '94 con Occhetto e nel 2000 con D' Alema, quando i due leader sconfitti sentirono la necessità di far derivare dal riconoscimento della sconfitta atti conseguenti, ci costringe a discutere della sconfitta solo in corridoio e a difendere in pubblico una sconfitta evidente come se fosse una vittoria insufficiente".
Ovvero per non scegliere di dimettersi, prendendosi le proprie responsabilità, Walter è costretto a fare finta di niente.
Anche se Parisi, nell’intervista, nega a parole di chiedere le dimissioni di Veltroni; ma il suo messaggio resta chiarissimo:
"Non è in discussione Veltroni, ma certamente serve una nuova leadership collettiva. Che, però, può nascere, rinnovarsi o rafforzarsi solo all' interno di un confronto vero. Quello appunto che avevo immaginato cercasse Veltroni con l' apertura di un percorso congressuale. Non è all' insegna della continuità che Veltroni può immaginare di rafforzare la sua guida del partito. Altro che rivincere. Nella continuità non possiamo che riperdere".
Ci voleva il moderato Arturo Parisi, l'uomo di Romano Prodi non un estremista bolscevico, a dichiarare che re Walter è nudo.
Mentre gli ex DS fanno orecchie da mercante, sembrando in tutte altre faccende affaccendati.
Di fronte alle premesse di un autunno che si preannuncia davvero difficile con un governo in carica destinato a farci rimpiangere il peggiore esecutivo della prima repubblica, analizzando i suoi primi atti (immigrati, frequenze televisive, nucleare, ponte di Messina, intercettazioni telefoniche, rapporti con il Vaticano, problema rifiuti, emergenza economica, missioni militari), urge un chiarimento politico che vada fino in fondo per ricostruire al più presto non un governo ombra ma un’opposizione solare.
Perché del governo ombra gli Italiani di destra, di centro o di sinistra, non sanno veramente cosa farne: i più, quando qualcuno ne fa cenno, scuotono sarcasticamente la testa.
Ennesima dèbalcle veltroniana, suggello di una stagione politica da dimenticare.