Chissà se sapremo mai la verità sulla strage di via Fani e
sull'uccisione di Aldo Moro: da questa preziosa testimonianza se ne
deduce che chi possiede le carte e le bobine delle parole di Moro in
quei 55 giorni detenga un potere tanto inconfessabile quanto decisivo
nel condizionare ancora oggi pesantemente la nostra vita
politico-istituzionale, con ripercussioni internazionali tutte ancora
assolutamente da definire.
La verità di comodo che è stata proposta agli Italiani in questi anni,
affinché di quella stagione non si parli più, presenta così tante crepe e
contraddizioni che la sola cosa di cui ancora oggi si può essere certi è
che essa sia stata studiata a tavolino per nasconderne una molto più
atroce ma obiettiva e solida, che tuttavia resta impronunciabile perché
ritenuta dalla nostra classe dirigente moralmente, politicamente e
socialmente insopportabile.
Tuttavia, questo Paese resterà in una condizione di inferiorità
psicologica e di sudditanza internazionale finché non sarà stata fatta
una buona volta giustizia di tutto il cumulo di menzogne che ci è stato
propinato in tutto questo tempo grazie alla connivenza, se non ad una
vera e propria complicità, dei media e dei tanti operatori
dell'informazione che, nonostante le numerose acquisizioni probatorie
già raggiunte, fingono spudoratamente di non saperne nulla.
Il vento nuovo che sale dirompente dalle coscienze degli Italiani, come
testimonia il voto del 4 marzo, deve trovare una risposta anche
attraverso una ricostruzione finalmente attendibile di quei foschi
eventi e dei suoi reali inquietanti protagonisti. Non solo a livello
giudiziario, ancora estremamente lacunoso al limite dell'aneddotico, ma
storico-politico.
Un senso di grande riconoscenza per l'alto valore civile del loro
impegno, va tributato a quanti, come Gero Grassi, spendono le loro
energie per afferrare, frammento dopo frammento, mettendo a repentaglio
la propria stessa incolumità fisica, una verità che chi ha criminalmente
concepito e realizzato ha voluto poi distruggere con pari disumanità e
lo stesso furore eversivo.
Un ringraziamento particolare, calorosissimo, va a Claudio Messora ed
alla squadra di Byoblu per aver squarciato con un lampo la notte
nucleare in cui un potere occulto ci ha condannato da decenni a restare,
finché non troveremo il coraggio e l'indignazione giusta per riportare
noi stessi e la vita delle nostre Istituzioni alla luce del sole.
Solo così saremo liberi e potremo guardare al futuro della nostra comunità con maggiore fiducia, anche nel segno della lezione che Aldo Moro ci ha lasciati.
Solo così saremo liberi e potremo guardare al futuro della nostra comunità con maggiore fiducia, anche nel segno della lezione che Aldo Moro ci ha lasciati.