Il crollo del Pd in Sardegna? L’ennesima sconfitta annunciata!
Alzi la mano chi aveva soltanto un dubbio sull’esito disastroso per il centrosinistra delle Regionali sarde!
Onore a Renato Soru, a cui va dato comunque il merito di aver espresso una politica di passione, valori etici, coerenza con la propria identità culturale, fatta di parole essenziali di chi crede veramente in quello che dice, senza tanti giochi verbali, senza gli eterni intrighi di palazzo.
Ne esce sconfitto come governatore della Sardegna, paradossalmente ne esce rafforzata la sua leadership a livello nazionale: che poi diventi la punta di diamante di un nuovo partito di massa o dell’esausto Partito democratico, questo è un altro discorso.
Ne esce a pezzi, ancora più minuti, la figura del segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: non riusciamo ad immaginare un uomo politico che, al pari dell’ex sindaco di Roma, sia riuscito a disseminare di tante rovine il proprio percorso al vertice del partito. Letteralmente, in questo anno e mezzo dalla sua acclamazione a leader non ne ha azzeccata una; e non è contro la cattiva sorte che se la deve prendere.
Nel pieno di una tempesta in cui egli ha condotto il Partito democratico dalle acque, increspate ma certamente non torbide, dell’Ulivo di Romano Prodi, ha mostrato una grave confusione di idee, una assoluta incoerenza nell’azione politica, una personale impassibilità al naufragio in corso, il tutto infarcito di tanta vanagloria nel giudicare addirittura buoni i miserevoli risultati raggiunti.
Una contraddizione sistematica che lo ha condotto a legittimare Silvio Berlusconi come suo interlocutore privilegiato, anche per farci insieme le riforme costituzionali, per poi rampognarlo di continuo ma in modo petulante per le sue battute da avanspettacolo.
E’ riuscito, con una sequela di scelte avventate, non solo a dare per scontata la costituzionalità della legge sull’immunità penale delle alte cariche (il famigerato lodo Alfano) ma a rilanciare sui media lo spot elettorale del presidente del Consiglio quale difensore della vita nella recente tragica vicenda della ragazza in coma.
Non ne facciamo una questione esclusivamente personale: con lui dovrebbe ricevere il benservito l’intero suo staff.
Come dimenticare, ad esempio, la senatrice Angela Finocchiaro che, non appena approvato il buco nero del federalismo fiscale, si rivolge al Cavaliere dichiarando la buona disponibilità dell'opposizione a dialogare con lui? Vede Cavaliere, come siamo stati bravi?
In Sardegna il Partito democratico ha perso di botto l’11%, nonostante potesse contare sul valore aggiunto offertogli da Renato Soru (la cui lista ha infatti preso 5 punti in più dei partiti della sua coalizione); temiamo che a livello nazionale il risultato sarebbe stato ancora peggiore: il Pd veltroniano è ormai un relitto.
Così mentre il Paese affonda, grazie ad un governo di inetti che fa finta di non rendersi conto della gravità della situazione sociale, Silvio Berlusconi può dormire sonni tranquilli: il maldestro Walter è il suo garante, almeno fino alle Europee di giugno, quando finalmente sarà costretto a passare la mano.
Sono gli Italiani adesso ad avere gli incubi.
Alzi la mano chi aveva soltanto un dubbio sull’esito disastroso per il centrosinistra delle Regionali sarde!
Onore a Renato Soru, a cui va dato comunque il merito di aver espresso una politica di passione, valori etici, coerenza con la propria identità culturale, fatta di parole essenziali di chi crede veramente in quello che dice, senza tanti giochi verbali, senza gli eterni intrighi di palazzo.
Ne esce sconfitto come governatore della Sardegna, paradossalmente ne esce rafforzata la sua leadership a livello nazionale: che poi diventi la punta di diamante di un nuovo partito di massa o dell’esausto Partito democratico, questo è un altro discorso.
Ne esce a pezzi, ancora più minuti, la figura del segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: non riusciamo ad immaginare un uomo politico che, al pari dell’ex sindaco di Roma, sia riuscito a disseminare di tante rovine il proprio percorso al vertice del partito. Letteralmente, in questo anno e mezzo dalla sua acclamazione a leader non ne ha azzeccata una; e non è contro la cattiva sorte che se la deve prendere.
Nel pieno di una tempesta in cui egli ha condotto il Partito democratico dalle acque, increspate ma certamente non torbide, dell’Ulivo di Romano Prodi, ha mostrato una grave confusione di idee, una assoluta incoerenza nell’azione politica, una personale impassibilità al naufragio in corso, il tutto infarcito di tanta vanagloria nel giudicare addirittura buoni i miserevoli risultati raggiunti.
Una contraddizione sistematica che lo ha condotto a legittimare Silvio Berlusconi come suo interlocutore privilegiato, anche per farci insieme le riforme costituzionali, per poi rampognarlo di continuo ma in modo petulante per le sue battute da avanspettacolo.
E’ riuscito, con una sequela di scelte avventate, non solo a dare per scontata la costituzionalità della legge sull’immunità penale delle alte cariche (il famigerato lodo Alfano) ma a rilanciare sui media lo spot elettorale del presidente del Consiglio quale difensore della vita nella recente tragica vicenda della ragazza in coma.
Non ne facciamo una questione esclusivamente personale: con lui dovrebbe ricevere il benservito l’intero suo staff.
Come dimenticare, ad esempio, la senatrice Angela Finocchiaro che, non appena approvato il buco nero del federalismo fiscale, si rivolge al Cavaliere dichiarando la buona disponibilità dell'opposizione a dialogare con lui? Vede Cavaliere, come siamo stati bravi?
In Sardegna il Partito democratico ha perso di botto l’11%, nonostante potesse contare sul valore aggiunto offertogli da Renato Soru (la cui lista ha infatti preso 5 punti in più dei partiti della sua coalizione); temiamo che a livello nazionale il risultato sarebbe stato ancora peggiore: il Pd veltroniano è ormai un relitto.
Così mentre il Paese affonda, grazie ad un governo di inetti che fa finta di non rendersi conto della gravità della situazione sociale, Silvio Berlusconi può dormire sonni tranquilli: il maldestro Walter è il suo garante, almeno fino alle Europee di giugno, quando finalmente sarà costretto a passare la mano.
Sono gli Italiani adesso ad avere gli incubi.
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