Raccontano le cronache che il leader democratico Pierluigi Bersani questa volta se la sia presa presa davvero a male.
Sollecitato da più parti a prendere posizione sulla scottante questione morale all'interno del suo partito (la più autorevole è stata la lettera aperta di Marco Travaglio dalle colonne del Fatto Quotidiano di domenica scorsa), dopo le ultime imbarazzanti vicende che hanno visto per protagonisti, in casi giudiziari diversi, il consigliere Enac Franco Pronzato, coordinatore dell'area Trasporti dei democratici, il capo della segreteria Filippo Penati (all'epoca dei fatti sindaco di Sesto San Giovanni) e il senatore Alberto Tedesco, risparmiato dall'arresto da una decisione parlamentare a dir poco rocambolesca, dopo giorni di silenzio ha ammesso la mancanza di una diversità genetica del PD.
Lo sospettavamo da tempo! Quanto poi a rivendicare una presunta diversità politica come egli fa in questa occasione, beh, per una volta ci risparmi inutili chiacchiere...
Fatto sta che trovandosi in una posizione politicamente sempre più scomoda, Bersani ha evocato la famigerata macchina del fango che sarebbe in azione contro il suo partito, minacciando sfracelli se non verrà messa a tacere, ovvero querele e, udite udite, una class action degli iscritti a tutela del buon nome del PD.
La qual cosa più che preoccupare fa sorridere, ricordando la famosa raccolta di dieci milioni di firme per le dimissioni di Berlusconi su cui, per carità di patria, è meglio stendere un velo.
'Ragasssi ma siam passi? Non stiam qui a farci rosolare le chiappe...' gli potrebbe mettere in bocca qualche noto comico.
Purtroppo per Bersani e per tutta la politica di questo Paese, c'è poco da scherzare: da mesi sta soffiando, sempre più impetuoso, un vento d'insofferenza verso la Casta, incapace di mandare un segnale forte di efficienza o almeno di rinnovamento e di pulizia.
Ha ragione Beppe Grillo quando dice che PD e PDL sono le facce di una stessa medaglia, senza più valore, che neppure uno sprovveduto accetterebbe più in pagamento.
Ma questi politici dell'Italia del bipolarismo continuano a fare finta di niente, a non spiegare ai cittadini perché al peggio berlusconiano si debba necessariamente contrapporre sempre il solito male dell'opposizione che, con i suoi scheletri nell'armadio, è da tempo bloccata, incapace di rappresentare una valida alternativa al pericoloso governo di Silvio Berlusconi.
Quando finalmente la magistratura interviene e scopre i rispettivi altarini bipartisan, ecco che tutti i leader politici fanno finta di cadere dalle nuvole, come se fossero vissuti fino a quel momento da un'altra parte, mentre dovrebbero essere perfettamente consapevoli di aver costruito il loro consenso elettorale proprio attraverso il metodo delle cordate, dello scambio di favori, degli appalti non trasparenti, delle clientele, delle burocrazie ipertrofiche, avendo rinunciato in partenza a far prevalere la forza delle proprie idee con gli strumenti della politica, in primis la partecipazione e la condivisione delle scelte con i cittadini.
Sì, caro Bersani, dentro quella parte di sinistra che tu dichiari di rappresentare c'è stata una vera e propria mutazione genetica che ha implementato i geni dell'affarismo in una cultura politica che già nella denuncia di Enrico Berlinguer di trent'anni fa era stata contaminata dal virus della partitocrazia.
E' proprio lì, alla fine degli anni Settanta, che si è spezzato il filo della rappresentanza tra gli eletti e gli elettori.
Ecco perché la Casta dei partiti e dei politici oggi è vera antipolitica, non quella dei movimenti spontanei che si stanno finalmente riappropriando delle questioni collettive, esprimendo un bisogno sincero di partecipazione e di contare realmente nelle scelte pubbliche.
Non c'è più spazio (né tempo!) per l'ipocrisia e le solite liturgie della prima e della seconda repubblica.
La misura è ormai colma.
La vera class action è contro di voi!