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domenica 24 febbraio 2013

L'inesperienza al potere? Scalfari... ma ci faccia il piacere!

L'ineffabile Scalfari, stamattina, domenica di Elezioni Politiche generali, si permette ancora una volta di consigliare  agli elettori la sua ricetta per i prossimi mesi: un bell'esecutivo PD - Monti che continui a fare, aggiungiamo noi, quella macelleria sociale che ha ridotto ad un deserto l'economia italiana.
Per di più, fatto tutto a tempo di record,  in soli tredici mesi di attività: onore al merito dell'illustre economista bocconiano, ha veramente realizzato qualcosa di ciclopico!
Il dato OCSE conferma: Pil -2,7% nell'intero 2012, addirittura -0,9% nell'ultimo trimestre, una bruciante accelerata alla crisi con la firma autografa di Mario Monti, strameritata maglia nera.
Ma stamattina, vogliamo replicare alle parole del fondatore di Repubblica punto per punto:
"Certo non infonde allegria sapere che un elettore su cinque o addirittura su quattro dia il suo suffragio a chi ipotizza l'uscita dell'Italia dall'euro, la cancellazione di tutti i debiti, lavoro e tutela per tutti senza indicare nessuna copertura finanziaria. Se queste ipotesi dovessero realizzarsi la speculazione internazionale giocherebbe a palla con la lira, col tasso di interesse, col sistema bancario, con gli investimenti, con l'occupazione e l'Unione europea ci imporrebbe un commissariamento che ci obblighi al rispetto del pareggio fiscale, pena l'intervento della Corte europea che commina in questi casi elevatissime sanzioni."
Scalfari dimentica (ma  lo scusiamo di buon grado, data l'età) che grazie ai servigi del suo Monti, che ha proseguito imperterrito l'opera demolitoria del governo Berlusconi (che non a caso ne ha approvato tutti i provvedimenti, a partire dall'IMU sulla prima casa), l'Italia è già virtualmente fuori dall'euro, come tutti gli indicatori economici e finanziari dimostrano.
La millantata credibilità acquisita dal nostro Paese agli occhi della Germania è vaneggiamento di certa pubblicistica di regime e del fatto, incontrovertibile, che francesi e tedeschi hanno in gran parte potuto disinvestire i loro capitali dai titoli di stato italiani, recuperando così i loro crediti, proprio imponendo agli Italiani, per opera del bocconiano, un'austerity suicida.
Al contrario, c'è la necessità impellente di ridiscutere al più presto il  fiscal compact, i famosi 40 miliardi all'anno per vent'anni di rimborso del nostro debito pubblico, i 100 miliardi spesi ogni anno per il solo pagamento degli interessi, l'impegno pazzesco al pareggio di bilancio entro il 2013: sono in ballo cifre stratosferiche, assolutamente fuori dalla nostra portata (e dalla grazia di Dio!).
E' così vero che lo spread bund-BTP è sensibilmente sceso non appena Monti ha mostrato l'intenzione di dimettersi, nel dicembre scorso: i cosiddetti mercati non badano neppure un istante alle chiacchiere alla Scalfari.
Valutano, al contrario, le nostre reali possibilità di uscita dal tunnel che con l'impegno verso l'Europa caricatoci dalla Invencible Armada  Berlusconi-Monti-Bersani-Casini sono ridotte al lumicino.
Altro che luce fuori dal tunnel, come cianciava il professorone già nel luglio scorso: quasi otto mesi dopo, grazie a lui ed ai tanti cialtroni in circolazione sulle pagine dei giornali, è ancora buio pesto!
Prosegue Scalfari:  
"Ma non credo che andrà così, per due ragioni: la prima è che Grillo non avrà la maggioranza dei seggi anzi ne sarà molto lontano (NdA: ma come? I grillini non dovevano essere quattro scalmanati? Adesso Scalfari dà quasi per scontato che questa nuova forza politica stia concorrendo addirittura per vincere le elezioni!); la seconda che un conto è quello che le sue concioni esaltate e demagogiche declamano e un conto saranno i parlamentari eletti nelle sue liste. Di politica quei deputati e senatori ne sanno poco o niente del tutto. Nel Sessantotto lo slogan era "l'immaginazione al potere", oggi si potrebbe dire l'inesperienza al potere.
È molto peggio perché l'inesperienza politica non è un pregio. Governare un paese non è certo facile ma è facilissimo sgovernarlo. Berlusconi l'ha sgovernato (non solo per inesperienza); il grillismo lo sgovernerebbe se avesse il potere. Il grillismo in Parlamento può essere una remora utile se la rabbia approderà ad una ragionevole proposta. È possibile che questo accada almeno per una parte degli eletti."
Il solito impenitente voltagabbana: i neodeputati e senatori del M5S sgovernerebbero il paese perché inesperti; al tempo stesso sprona Bersani, come lui stesso ha già spudoratamente preannunciato, di fare campagna acquisti tra di loro, una volta inaugurato il nuovo Parlamento.
Insomma il segretario piddino, anche su invito di Scalfari, si appresterebbe a fare la stessa cosa che due anni fa fece Berlusconi con i vari Scilipoti, Razzi, quando le truppe piddine gridavano, giustamente, allo scandalo.
L'equazione politica Berlusconi = Bersani, o meglio PDL = PDmenoL è quindi nuovamente dimostrata, al di là delle vicende giudiziare del Cavaliere, la cui attenzione di certa stampa di area piddina è, alla prova dei fatti, soltanto strumentale.
Il classico specchietto per le allodole dato in pasto alle truppe democratiche.
Sull'inesperienza al potere, il durissimo j'accuse di Scalfari ci fa scompisciare dalle risate.
Sì, perché la gestione esperta del Monte dei Paschi di Siena, la terza banca italiana, da parte del PD (su questo non ci piove, basta snocciolare i nomi della Fondazione che ne ha diretto in questi anni la governance) ha letteralmente distrutto una banca con oltre cinquecento anni di storia, come denunciava venerdì, in apertura, il New York Times. Questo è il link originale:
"Since the days of the Medici family in Florence, 40 miles to the north, the banking house of Monte dei Paschi has rained wealth on the people of Siena. For 541 years, it has endured war, plague and panic, and it stands today as the world’s oldest operating bank.
But beyond the arched entrance of the Salimbeni palace, inside the stately offices of Monte dei Paschi di Siena, a thoroughly modern fiasco has done what the centuries could not. Monte dei Paschi, founded in 1472, has been brought to its knees by 21st-century finance." 
I competentissimi amministratori del PD, per il quotidiano newyorkese, sono riusciti a realizzare un moderno fiasco (scrive proprio così!) quello che in 541 anni di storia non erano riusciti a fare guerre e pestilenze: non a caso Giuseppe Mussari, già presidente MPS, iscritto alla sezione di Siena del PD e suo grande benefattore (673'000 euro donati in pochi anni) , ha recentemente dichiarato di non capire nulla di derivati.
Caro Scalfari... ma ci faccia il piacere!


martedì 29 gennaio 2013

Crack MPS: la Casta saccheggia lo Stato. Però è antifascista...

Ormai è chiaro (e i loro lettori se ne devono fare una ragione...).
RepubblicaCorriere della Sera in tandem stanno tirando la volata a PD e a Mario Monti e, giorno dopo giorno, spargono a mani basse disinformazione contro l'unica vera novità di questa campagna elettorale: il Movimento 5 Stelle  di Beppe Grillo.
Lo seguono come un'ombra in quello che sempre più si sta profilando come un autentico bagno di folla nelle mille piazze italiane, lo TsunamiTour, restando  in imbarazzato silenzio per settimane data l'accoglienza  trionfale che la gente dovunque gli tributa.
Sperando vivamente in un incidente di percorso ovvero che, preso dalla foga di uno dei tanti discorsi che tiene ogni giorno completamente a braccio, incespichi in qualche iperbole, su cui plotoni di pennivendoli sono lì pronti ad impiccarlo.
Ma nell'attesa dello sfondone che non arriva (quel Grillo si sta rivelando sempre più accorto!), si allestisce una qualche carnevalata.
Così, al soldo della Casta, di fronte al palco, entrano in scena sedicenti antifascisti, uno sparuto gruppo di ragazzotti che, senza sapere di maneggiare parole molto più grosse di loro, in deficit spesso dei più elementari strumenti culturali e di un'accettabile capacità dialettica, inscenano  all'improvviso, ad un preciso ordine di scuderia, una vera e propria gazzarra alzando striscioni vaneggianti accuse di fascismo contro il leader del M5S. Il quale li invita subito dopo a salire sul palco per argomentare il loro dissenso: ma il tentativo va a vuoto, finché la piazza, intuendo che si tratta dell'ennesima provocazione, non li sommerge di fischi.
Ma ciò basta a Corriere e Repubblica, dopo giorni di estenuanti appostamenti a vuoto, di titolare, nuntio vobis gaudium magnum:  "Contestazioni contro Beppe Grillo", facendo assurgere il gesto telecomandato del minuscolo drappello di scalmanati a  notizia del giorno.
E così proprio colui che, unico nel terremotato panorama politico italiano, in questo gelido inverno riempie le piazze, sommerso dal calore e l'entusiasmo di una moltitudine di studenti, lavoratori, pensionati, casalinghe, cassintegrati, ovvero semplici cittadini, (quando non è lui stesso che vi nuota sopra!), ed al quale vengono riservate ovazioni da rockstar, proprio il Beppe nazionale, che va in giro goliardicamente in mezzo ai ragazzi senza scorta alcuna né bisogno di un agguerrito servizio d'ordine, viene additato dai media di regime a parafulmine della Casta.
Tentativo talmente scoperto e maldestro da naufragare miseramente, anzi da rivelarsi un boomerang.
Ma perché tanta animosità contro di lui?
Semplice: con il suo movimento di cittadini, nato per superare vecchi steccati, planando sopra le ideologie con nuove idee processate dalla rete,  il leader del M5S costringe i leader politici come Bersani, Casini, lo stesso Berlusconi, a fare una campagna elettorale su un terreno impervio, per niente congeniale, basato com'è sui contenuti piuttosto che sulle logiche di schieramento.
Ma questi qui contenuti non ne hanno, preoccupati soltanto di mantenere la poltrona  e di continuare a gestire il potere come sempre hanno fatto in passato, attraverso accordi sottobanco, reciproci ricatti, scambio di piaceri, cooptazioni, patetici teatrini televisivi.

Ecco che col suo modo scanzonato di interpretare la politica, sconvolgendo la vecchia liturgia della campagna elettorale, Grillo ha messo in crisi la spartizione del consenso elettorale siglato da sempre dagli uomini della Casta, al riparo delle ideologie.
Perché proprio agitando a comando la bandiera di un'appartenenza ormai fine a se stessa, una generazione di politici è vissuta di rendita alle spalle dei cittadini, che ingenuamente li hanno sostenuti abboccando alle loro vuote parole d'ordine, a cui proprio chi le pronunciava era il primo a non credere.
Vi ricordate l'ex segretario del PD Walter Veltroni, già capolista del vecchio PCI, dichiarare apertamente di non essere mai stato comunista? O Gianfranco Fini, una vita nel MSI, dichiarare che il fascismo è stato il male assoluto.
Per due leader che hanno dovuto fare outing, ce ne sono stati molti altri che hanno fatto finta di niente, usando l'ideologia come un tram su cui salire e scendere alla fermata più vicina, magari col bavero alzato e gli occhiali scuri per non essere riconoscibili.
E' così che si possono mandare in fumo 14 miliardi di euro, secondo una strategia degna non di un management ma di una banda terroristica, mettendo in ginocchio buona parte dell'economia italiana, continuando a fare finta di nulla.
In fondo si tratta solo di compagni che sbagliano, ma che tutti restino tranquilli: sono antifascisti certificati al 100%.
La gente però piano piano si sta svegliando e non gradisce più di essere presa per il naso in questo modo.
Il gioco è ormai così scoperto che i galoppini dei due principali quotidiani sono costretti a confondersi tra la folla mischiandosi proprio con i contestatori.
Le immagini del video girato a Livorno che i due quotidiani esibiscono come un trofeo dimostrano infatti come il punto di osservazione delle riprese fosse proprio a fianco di chi alzava lo striscione: una contiguità più che sospetta!
Nel frattempo Bersani e Monti negano qualsiasi coinvolgimento nello scandalo MPS e Berlusconi preferisce tacere.
Va a finire che la colpa se il Monte dei Paschi sta per saltare per aria è dei correntisti o di coloro che hanno in questi anni preso il mutuo per la prima casa? O dell'artigiano che chiede l'anticipo su fatture?
Nell'attesa che la buriana si plachi, il salvataggio è stato affidato, guarda caso, ancora una volta alle casse dello Stato: e visto che parliamo di qualcosa come 4 miliardi di euro, praticamente all'IMU sulla prima casa, finita di versare dai cittadini appena un mese fa. 
E proprio chi inveisce contro lo Stato sprecone, improduttivo, pieno di debiti, da ridimensionare, (l'opposto del privato che brillerebbe per efficienza e competitività, serietà...) gli assesta il colpo di grazia.
Il ritornello è sempre lo stesso, anche se ci vuole un gran fegato per ripeterlo: socializzare le perdite, privatizzare i profitti ma scagliarsi contro la spesa pubblica improduttiva...
Prima o poi questi cialtroni qualcuno li dovrà pur mandare a casa! 

sabato 26 gennaio 2013

Finalmente c'è un giudice a Siena: l'intervento di Beppe Grillo al Monte dei Paschi


Di fronte allo scandalo finanziario che ha in Siena  e nella sua antichissima banca il suo epicentro e che rischia di mandare all'aria una buona parte del sistema finanziario italiano, già alle corde per la crisi mondiale e per la dissennata gestione della moneta unica da parte delle istituzioni europee, le parole di Beppe Grillo risuonate nell'auditorium senese dove si tiene l'assemblea straordinaria degli azionisti, sono le prime che finalmente restituiscono alla gente comune, ai risparmiatori, ai lavoratori, ai pensionati, agli imprenditori onesti, il diritto di cittadinanza.
Innanzitutto svelano la vera dimensione dello scandalo, da guinness dei primati nonostante la piaga della corruzione italiana ci abbia regalato in passato altri crack finanziari di tutto rispetto: perché la Tangentopoli ambrosiana di inizio anni 90, lo scandalo Parmalat e Cirio a confronto sono quisquilie.
Grillo sostiene che il buco nel bilancio del Monte dei Paschi si aggiri attorno ai 14 miliardi di euro, qualcosa come 28 mila miliardi delle vecchie lire!!!
Il presidente Alessandro Profumo gli ha contestato la veridicità di questa cifra ma è probabile che alla fine della storia sia proprio il leader del Movimento 5 Stelle ad avere ragione: intanto ha facile gioco nel contestargli l'accusa per maxifrode fiscale di quando era amministatore delegato di Unicredit, dunque, di non essere la  persona più adatta a gestire un passaggio così delicato per la banca toscana.
D'altra parte un conticino semplice semplice, senza tentare neppure di girare la copertina di un bilancio MPS che si presenta evidentemente taroccato, muniti di un semplice pallottoliere, è presto fatto.
La banca si appresta a varare un aumento di capitale di dimensioni colossali, il padre di tutti gli aumenti: 6,5 miliardi di euro; condizione questa per consentirle di ricevere dallo Stato, tramite l'emissione dei cosiddetti Monti bonds, un importo aggiuntivo di 3,9 miliardi (lo stesso importo dell'IMU sulla prima casa): il totale fa, a mente, 10,4 miliardi di euro.
Quindi i 14 miliardi paventati da Grillo non sono lontani, anche perché i dati di bilancio vanno presi con le molle, vista la gestione terroristica dell'istituto.
In questo caso infatti non si può parlare di difetto di managerialità, questo è terrorismo finanziario bell'e buono e la politica non può fare, ancora una volta, spallucce.
Dove siano finite in questi anni le autorità di controllo, dalla Banca d'Italia di Mario Draghi e Anna Maria Tarantola, al Tesoro, alla Consob, mentre il Monte dei Paschi si lanciava in operazioni folli (basta citare l'acquisto di Banca Antonveneta, pagata il triplo del suo valore) non è dato sapere.
Che cosa poi ci stesse a fare il PD, così ben rappresentato nell'omonima Fondazione, nel Comune e in tutto il sistema Siena, tanto da rendere, come ha detto giustamente Grillo, il partito una banca e la banca un partito, è ancora più misterioso.
Bersani è riuscito soltanto a dire che, loro non c'entrano. Ragasssi!
Eppure l'amministratore delegato del MPS Giuseppe Mussari, che per tanta maestria era stato pure promosso presidente dell'Abi, è stato uno dei maggiori foraggiatori del PD avendo effettuato negli anni donazioni a titolo personale prima ai DS, poi al PD, per 673.000 euro.
Ma ora che finalmente è stato scoperchiato il vaso di Pandora (neppure una bella e drammatica trasmissione di Report del maggio scorso era stata sufficiente a far accendere i fari sulla vicenda), nessuno ha visto e saputo niente...
Come facciano costoro ancora a comparire in pubblico, peggio, a chiedere carta bianca agli elettori per governare per i prossimi cinque anni è qualcosa che noi umani non possiamo neppure immaginare.
Ecco, il merito di Beppe Grillo è quello di aver restituito alle parole il loro significato, di dire ciò che i politici della Casta, che sembrano sbarcati da chissà quale altro pianeta, semplicemente non si sognano più neppure di pensare.
E' avvilente starli a sentire, anzi è perfettamente inutile: i loro discorsi sono vuoti, autoreferenziali, l'uso di stereotipi è ossessivo, sono arrivati a svuotare le parole del loro significato, prendendo in giro persino la Costituzione.
Parlano di riforme e tagliano le prestazioni sociali, pronunziano la parola missione di pace ma vanno a fare la guerra, dissestano l'ambiente e le finanze pubbliche con progetti inutili e costosissimi come la TAV e delirano di modernità, smaltiscono i fanghi dei grandi cantieri affidandosi alle ecomafie (vedi inchiesta sul passante ferroviario di Firenze), secretano le conversazioni telefoniche del Capo dello Stato trasfigurandolo in un nuovo Re Sole mentre si fanno beffe delle regole della democrazia, ci rendono schiavi dell'Euro e ce lo spacciano come sogno europeo...
Proprio ieri, mentre negava qualsiasi responsabilità politica sul caso Siena, il segretario del PD dichiarava che al centro del suo programma di governo per la prossima legislatura ci sarà il lavoro: ma di quale lavoro ciancia?
Forse di quello degli operai di Taranto a cui i padroni dell'Ilva negavano il diritto alla salute insieme alle loro famiglie a causa delle emissioni fuori controllo di polveri e inquinanti, mentre nel frattempo gli stessi elargivano cospicui finanziamenti a fondo perduto per la campagna elettorale dell'onorevole Bersani.
Che il segretario piddino sia affetto da sdoppiamento della personalità?
Ecco, di fronte al sistematico scempio di verità ed intelligenza che angustia quotidianamente noi cittadini, ben venga uno come Beppe Grillo, tribuno della gente perbene, che dice a tutti pane al pane e vino al vino, restituendo finalmente dignità alla politica.