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mercoledì 31 dicembre 2008

La questione morale e l'inciucio di fatto

Il 2008 si conclude nella maniera più improbabile possibile: è il leader del Pd che adesso ha in mano il bandolo della matassa, ovvero la questione morale.
Deve stabilire lui se il Pd la ripudia ormai pubblicamente oppure se ne fa in qualche modo carico.
La scelta non è facile perché si tratta di dare il benservito ai tanti capibastone che al centro come in periferia propendono per una soluzione morbida: cioè, gattopardescamente, condannare il malaffare ma anche difendersi sul territorio dalle iniziative della magistratura bollate come debordanti.
Il risultato è come al solito un grande pasticcio che finisce per compromettere in modo definitivo l’immagine del partito che si pensava diverso almeno sotto il profilo della moralità pubblica.
Così non è anche perché Walter Veltroni non ha la forza per prendere una decisione né in un senso né in un altro.
E intanto resta in sella al Pd, unico suo punto di forza, proprio in ragione del fatto che garantisce lo status quo, salvo la licenza che gli è stata concessa di sparare genericamente a zero contro i collusi e i corrotti per poi dover prendersela a brutto muso con i magistrati che indagano sugli amministratori del Pd.
Avesse letto con attenzione l’ordinanza di scarcerazione del sindaco di Pescara si sarebbe reso conto che da parte della magistratura abruzzese non c’è stato alcun dietrofront e l’impianto accusatorio resta in piedi, anche se sono venute meno le ragioni degli arresti domiciliari ovvero il pericolo di inquinamento delle prove.
Vedere nel programma di Lucia Annunziata su Rai Tre In mezz'ora , Luciano Violante resistere come un azzeccagarbugli alle rimostranze di Paolo Flores D’Arcais sull’opacità del Pd in tema di giustizia, ripetendo fino allo sbadiglio che il tutto è causato da un problema di organizzazione interna al partito, ha letteralmente fatto cascare le braccia.
Se la stessa esistenza o sopravvivenza del Pd debba comportare tanta mangiata di polvere, francamente sarebbe meglio lasciar stare ed abbandonare subito un progetto così asfittico.
Anche perché tenere così a lungo sulla graticola l’opposizione proprio sulla malapolitica, tema che tradizionalmente ha fatto da spartiacque tra destra e sinistra, significa firmare una cambiale in bianco nei confronti del premier Berlusconi che può tranquillamente continuare a fare ciò che più gli aggrada da Palazzo Chigi senza subire gli attacchi dell’opposizione, in vergognosa ritirata.
E’ l’inciucio di fatto, senza bisogno di scomodare i politologi su una presunta apertura tra Pdl e Pd: in questo modo non c’è bisogno di alcun avvicinamento di posizioni, di nessun vertice tra Veltroni e Berlusconi!
Basta che il Partito democratico continui a languire nelle sue contraddizioni interne con il suo vertice in naftalina che, al più, è lasciato libero di organizzare una jam session tra le diverse anime del partito…
Quale migliore auspicio per il 2009 del governo di centrodestra?