Nessuna sorpresa.
Che Lucia Annunziata fosse ospite dell’amico Michele Santoro con l’intento di boicottarne il programma ce lo aspettavamo. Da subito, si era capito che stava lì non per partecipare ad un difficile dibattito sui bombardamenti di Gaza e sull’eterno conflitto arabo-israeliano ma per dare la spallata decisiva ad Anno Zero.
Il suo intervento a gamba tesa è stato il tentativo neppure tanto velato di distruggerne la credibilità facendo finta di impartire una lezione di giornalismo televisivo al più autorevole collega, come se fosse possibile per Lucia Annunziata, con trascorsi professionali nel Manifesto ma più recentemente presidente Rai (la sua resistibile ascesa vorrà pur dire qualcosa!), poter semplicemente dare dei suggerimenti ad un gigante del giornalismo televisivo come è indiscutibilmente Michele Santoro. Sue alcune tra le più belle trasmissioni di approfondimento informativo: chi non ricorda, ad esempio, Samarcanda?
Non a caso nel famoso editto bulgaro, Silvio Berlusconi decretò l’ostracismo per Biagi, Santoro: non si sognò minimamente di fare il nome dell’Annunziata.
Che Lucia Annunziata fosse ospite dell’amico Michele Santoro con l’intento di boicottarne il programma ce lo aspettavamo. Da subito, si era capito che stava lì non per partecipare ad un difficile dibattito sui bombardamenti di Gaza e sull’eterno conflitto arabo-israeliano ma per dare la spallata decisiva ad Anno Zero.
Il suo intervento a gamba tesa è stato il tentativo neppure tanto velato di distruggerne la credibilità facendo finta di impartire una lezione di giornalismo televisivo al più autorevole collega, come se fosse possibile per Lucia Annunziata, con trascorsi professionali nel Manifesto ma più recentemente presidente Rai (la sua resistibile ascesa vorrà pur dire qualcosa!), poter semplicemente dare dei suggerimenti ad un gigante del giornalismo televisivo come è indiscutibilmente Michele Santoro. Sue alcune tra le più belle trasmissioni di approfondimento informativo: chi non ricorda, ad esempio, Samarcanda?
Non a caso nel famoso editto bulgaro, Silvio Berlusconi decretò l’ostracismo per Biagi, Santoro: non si sognò minimamente di fare il nome dell’Annunziata.
E’ vero che, in anni recenti, l’Annunziata fu protagonista nella sua trasmissione di un discutibile scontro proprio con Berlusconi che, come lei ieri sera, preferì abbandonare lo studio; ma in quel frangente, l’uomo di Arcore si ribellò proprio al modo di fare dell’Annunziata che, con la sua connaturata acrimonia, è solita proporre domande capziose; non da grande giornalista ma da persona che si esalta nell’esibire un atteggiamento antipatico ed inutilmente aggressivo nei confronti del suo interlocutore.
Bene ha fatto Michele Santoro a trattarla come meritava; anche se, forse, è stato fin troppo morbido e generoso nei suoi confronti, restando praticamente impassibile di fronte alle sua pretesa assurda: ancora una volta, il conduttore di Anno Zero ci ha regalato una lezione di grande professionalità.
L’Annunziata ha voluto fare la vittima ma, nell’occasione, è stata vittima solo di stessa e del suo modo di fare insopportabile: ostentare tanta arroganza e spocchia proprio con l’amico Michele Santoro è stato, anche sul piano umano, un brutta caduta di stile che, nella migliore delle ipotesi, fa pensare ad un livore professionale covato chissà da quanto tempo.
Bene ha fatto Michele Santoro a trattarla come meritava; anche se, forse, è stato fin troppo morbido e generoso nei suoi confronti, restando praticamente impassibile di fronte alle sua pretesa assurda: ancora una volta, il conduttore di Anno Zero ci ha regalato una lezione di grande professionalità.
L’Annunziata ha voluto fare la vittima ma, nell’occasione, è stata vittima solo di stessa e del suo modo di fare insopportabile: ostentare tanta arroganza e spocchia proprio con l’amico Michele Santoro è stato, anche sul piano umano, un brutta caduta di stile che, nella migliore delle ipotesi, fa pensare ad un livore professionale covato chissà da quanto tempo.
Si rassegni: se Santoro è il grande Michele Santoro è proprio perché fa un'informazione giornalistica come solo pochi altri sono capaci di fare, sicuramente come non riesce a Lucia Annunziata.
Ecco perché prima di pensare ad imporgli i suoi suggerimenti, l’ex presidente Rai farebbe molto meglio, se la vanità non glielo impedisce, di ammettere il proprio peccato luciferino.
E la pianti di dire che le posizioni rappresentate nello studio di Santoro non erano equilibrate!
E’ forse equilibrata una guerra che fa oltre 1000 morti da una parte e 13 dall’altra?
Ecco perché prima di pensare ad imporgli i suoi suggerimenti, l’ex presidente Rai farebbe molto meglio, se la vanità non glielo impedisce, di ammettere il proprio peccato luciferino.
E la pianti di dire che le posizioni rappresentate nello studio di Santoro non erano equilibrate!
E’ forse equilibrata una guerra che fa oltre 1000 morti da una parte e 13 dall’altra?
E’ per caso imparziale un’informazione che per settimane ha fatto parlare soprattutto le immagini dei bombardamenti dei caccia israeliani con il loro carico di distruzione e morte confuse con i commenti reiterati dei soliti osservatori e politici interpellati, questi sì, al 99,9% pro Israele?
Eppure l’Annunziata non ha mai avuto niente da ridire!
Santoro ha rappresentato tutte le posizioni, non censurando neppure lo scontro verbale tra gli intervenuti, proprio per fotografare la complessità e la profondità del conflitto.
C’era la soldatessa israeliana, il ragazzo di religione ebraica, la madre del soldato ucciso, Marco Travaglio palesemente schierato a favore dell'intervento del governo di Tel Aviv: insomma, il fronte che sosteneva con varie sfumature le ragioni di Israele era largamente rappresentato.
Poi c’era l’esperto militare, che considera assolutamente normale l’uso dei proiettili al fosforo bianco in zone densamente popolate, e l’ampia comunità araba e palestinese, con esponenti spesso confusi e poco preparati nell’interloquire con gli altri ospiti.
Che poi una trasmissione televisiva d’informazione, per essere obiettiva, debba rinunciare ad una propria chiave di lettura è soltanto una leggenda metropolitana.
E’ un po’ come se, per realizzare una trasmissione d'inchiesta sulla mafia siciliana, si dovesse dare voce, con la stessa enfasi e legittimazione, tanto alle ragioni dello Stato quanto a quelle degli uomini di Cosa Nostra.
Eppure l’Annunziata non ha mai avuto niente da ridire!
Santoro ha rappresentato tutte le posizioni, non censurando neppure lo scontro verbale tra gli intervenuti, proprio per fotografare la complessità e la profondità del conflitto.
C’era la soldatessa israeliana, il ragazzo di religione ebraica, la madre del soldato ucciso, Marco Travaglio palesemente schierato a favore dell'intervento del governo di Tel Aviv: insomma, il fronte che sosteneva con varie sfumature le ragioni di Israele era largamente rappresentato.
Poi c’era l’esperto militare, che considera assolutamente normale l’uso dei proiettili al fosforo bianco in zone densamente popolate, e l’ampia comunità araba e palestinese, con esponenti spesso confusi e poco preparati nell’interloquire con gli altri ospiti.
Che poi una trasmissione televisiva d’informazione, per essere obiettiva, debba rinunciare ad una propria chiave di lettura è soltanto una leggenda metropolitana.
E’ un po’ come se, per realizzare una trasmissione d'inchiesta sulla mafia siciliana, si dovesse dare voce, con la stessa enfasi e legittimazione, tanto alle ragioni dello Stato quanto a quelle degli uomini di Cosa Nostra.
Se pure l’Onu, e prima ancora il senso di umanità degli italiani, ha condannato i bombardamenti israeliani, è concepibile che la tv pubblica giri lo sguardo da un’altra parte e non dia voce almeno alle ragioni umanitarie, così ampiamente invocate dalla chiesa cattolica?
Possibile che si debbano legittimare solo le ragioni della forza?
Brava Lucia Annunziata che è riuscita nel miracolo di incassare la solidarietà di Gianfranco Fini e nientedimeno dello stesso Berlusconi!
La prossima volta, però, ci risparmi un'altra indecorosa sceneggiata; resti a casa magari a vedersi sulle reti Mediaset il Grande Fratello: è il format che, in prospettiva, può meglio valorizzare le sue grandi doti di conduttrice.