La manovra di Ferragosto, dopo quella di luglio, altro non è che il fallimento di un governo e della sua maggioranza: basterebbe accostare i fotogrammi delle conferenze stampa del 5 agosto e del 12 agosto indette in fretta a furia per placare i cosiddetti mercati dal duo Tremonti-Berlusconi , per avere la riprova mediatica di un naufragio politico e morale a cui non è più possibile porre rimedio.
In un Paese serio, sarebbe bastato semplicemente costatare alla TV l'imbarazzo e l'assoluta impreparazione mostrati dal ministro del Tesoro nel fronteggiare un disastro finanziario annunciato da tempo e che solo lui e Berlusconi avevano continuato a negare fino alla sua finale deflagrazione, per mandarli a casa a stretto giro di Quirinale.
Invece no, imperterriti, rimangono lì minacciando ed organizzando nuovi sfracelli.
Questa volta hanno preso di mira di nuovo la previdenza, in particolare i contributi versati dai lavoratori per il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare di leva.
Il target è chiaro: i lavoratori dipendenti che hanno studiato fino alla laurea e che hanno servito lo Stato con la naja.
Ad essi lo Stato aveva parlato chiaro: poiché il servizio militare e lo studio che avete compiuto fino alla formazione universitaria hanno un'utilità sociale, qualora voi effettuiate versamenti volontari, tali contributi ve li riconosco ai fini previdenziali, ponendovi alla pari con chi, presa la maturità, ha potuto entrare subito nel mondo del lavoro e dunque maturare un'anzianità di servizio e previdenziale mediamente di 4-5-6 anni superiore alla vostra.
Così ad esempio il brillantissimo studente in medicina che inizia, suo malgrado (6 anni di laurea + 4 di specializzazione + 1 anno di leva militare), a fare il medico alla soglia dei trent'anni, avendone la possibilità economica (si tratta di tirare fuori oggi diverse decine di migliaia di euro!) si può fare riconoscere come anzianità previdenziale tutto il lungo periodo passato sui libri, in mancanza del quale oggi non potrebbe svolgere le funzioni di medico.
In modo tale che rispetto al diplomato di pari età, che ha iniziato a lavorare a 19 anni, almeno sotto il profilo dell'età previdenziale, viene in qualche modo equiparato: entrambi a 30 anni possono vantare un'anzianità previdenziale di 11 anni. Quindi per raggiungere i fatidici 40 anni di servizio, hanno ancora davanti 29 anni di lavoro.
Se tutto fila liscio, maturano il massimo contributivo a 59 anni.
Ragionamento analogo lo si può fare, naturalmente, per ingegneri, architetti, professori e così via, solo che i periodi di riscatto sono evidentemente inferiori rispetto al caso limite dei medici.
Il duo Berlusconi Tremonti e tutta l'allegra brigata di Lega e Pdl adesso dice: i vostri versamenti? Fate finta di non averli effettuati; al più ve li riconosceremo al momento in cui (chissà quando!) andrete in pensione e questa vi verrà calcolata su tutti i contributi versati.
Così, tu medico che hai versato mediamente 50-60mila euro di contributi in più, a 59 anni vorresti andare in pensione?
Scherzi? Sei giovanissimo, hai solo 29 anni di anzianità, dopo il vertice di Arcore sei retrocesso a pensionato baby, la pensione la puoi vedere soltanto con il cannocchiale!
Sembra assistere al recital dello chansonnier Berlusconi con il fido Apicella mentre ipnotizza la platea: "Chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce 'o passato... simme 'e Arcore paisà!"
E il premier Berlusconi vuole pure stappare la bottiglia di champagne... forse perché sia dell'imposta sui grandi patrimoni che di una maggiorazione dell'aliquota fiscale sui capitali scudati non se ne è fatto nulla.
E' chiaro: con quale faccia lo Stato avrebbe potuto chiedere un supplemento di imposta (passando magari dal 5 al 23%, aliquota minima del reddito da lavoro dipendente) a evasori fiscali, malavitosi, faccendieri che hanno portato i loro capitali di origine illecita all'estero e che li hanno fatti rientrare incentivati da un misero 5% di prelievo tributario?
Non sia mai, molto meglio fregare i cittadini onesti, che hanno studiato, lavorano e che continuano a farlo a testa bassa! Pagando pure il 38% sul reddito da lavoro...
Finché ci sono loro, per l'allegra brigata di Arcore sarà sempre tempo di bunga bunga!